La Certezza dell'Incertezza

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Forte Strino a Vermiglio propone la mostra personale dell'artista Andrea Sanvittore (Besana in Brianza, 1973) dal titolo «La certezza dell’incertezza» a cura di Serena Filippini. L'inaugurazione della mostra è in programma sabato 3 luglio 2021 alle 17:30.

L'incertezza, come suggerisce il titolo della mostra, è il tema attorno al quale nasce questo progetto espositivo, ispirato al presente e, in particolar modo al cambiamento che la vita di ciascuno di noi ha inevitabilmente conosciuto in quest'ultimo anno. Ma se è vero che la storia si ripete, basta andare indietro nel tempo per trovare la stessa incertezza, declinata in altri contesti, ma pur sempre ostinata nello stesso modo, in uomini e donne del passato e, nella fattispecie, in coloro che hanno vissuto gli anni della Prima Guerra Mondiale, periodo che vede protagonista il Forte Strino. Nel momento in cui la guerra termina chi è rimasto deve ricostruire ciò che non c’è più e, a distanza di qualche anno, la ricostruzione viene ultimata, ma rimane un forte senso di smarrimento su quello che sarà l'immediato futuro e, nella più dura concretezza, una situazione economica disastrosa. Così, molti decidono di partire per raggiungere mete lontane in cerca di fortuna, lasciando in balìa di un'imminente dittatura coloro che restano. Da queste riflessioni nasce spontaneo un parallelismo tra il 2021 e il 1921. Alla luce della situazione odierna la distanza temporale di cent'anni non sembra così lunga da percorrere. Il ritratto che ne deriva, che possiamo dedurre da testimonianze scritte o fotografiche, è quello di un popolo intero che vaga senza una direzione precisa, che vive alla giornata pensando che l’importante è l’oggi e che domani si vedrà, che non può programmare nulla perché da un momento all’altro potrebbe accadere qualcosa che stravolge tutto ciò per cui si ha duramente lavorato.

Questo popolo senza meta lo possiamo ritrovare anche nelle opere di Andrea Sanvittore, un artista che ha saputo tradurre in immagine la paura, l’incertezza e la necessità di reinventarsi attraverso sculture che hanno sempre come soggetto l’uomo e la sua umana essenza. Si tratta di uomini realizzati in argilla, legno e ferro, mostrati nella loro interezza o solo in alcune parti, con uno stile essenziale che identifica il lavoro dell’artista, al quale non interessa rappresentare realisticamente le figure umane ma, piuttosto, focalizzare l’attenzione sulla loro presenza in quanto individui.

La precarietà dell’uomo, delle sue decisioni, che poi non dipendono solo da lui ma soprattutto dalle circostanze, e il suo vagare senza una meta, ben si fondono all’interno del Forte Strino, un luogo ricco di presenze passate evanescenti e di presenze concrete di visitatori reali, tutte accomunate, a maggior ragione in questo preciso momento storico, dalla stessa precarietà delle sculture di Andrea Sanvittore.

L’obiettivo di questa mostra, ancora una volta, è provare a coniugare la storia di Forte Strino, ossia il passato, al presente, riaffermando convintamente che il passato non è mai veramente passato.

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